Ecco una nuova bellisima recensione sulla rivista ”PianoNews”

A partire dall’Esposizione universale di Parigi del 1889, i compositori francesi sono rimasti affascinati dall’arte e dalla musica asiatica. Le scale balinesi ebbero un’influenza formativa sull’armonia e la melodia “impressionistiche” di Debussy. Il compositore giapponese Toru Takemitsu, a sua volta, fu affascinato da questa musica francese già “asiatizzata” e la combinò con il suo idioma. La pianista finlandese Sanna Vaarni traccia le influenze dall’Occidente all’Oriente e viceversa nel suo album “Les yeux clos”. Nel brano per pianoforte omonimo, Takemitsu fa riferimento a un dipinto del simbolista francese Odilon Redon, che mostra una donna con gli occhi chiusi, addormentata o morta. Così il suo delicato brano, che si apre a ventaglio in ghirlande, diventa anche un epitaffio per un amico. Il confronto con “Ile du feu I e II” di Olivier Messiaen, composto 30 anni prima (1949), mostra uno stile molto più duro del francese, che si basa sulle danze percussive dei Papua in Nuova Guinea. Nel suo “Vingt Regards sur l’Enfant Jesus”, “Noël” si basa su un ritmo indù e più tardi compare anche una melodia coreana. Il pezzo forte è certamente il “Le baiser de l’Enfant”, simile a un inno, portato a vette travolgenti da Vaardi con tutta la sua passione. L’intensità più compatta del francese lo distingue chiaramente dalla linearità molto più ariosa e morbida del giapponese. Ciò non solo si traduce in un interessante confronto tra due mondi sonori che si influenzano reciprocamente, ma anche in una visione molto varia della musica per pianoforte del XX secolo.